Le variabili che incidono sulla scelta del box doccia sono molte e la tipologia di apertura è sicuramente tra le più importanti. Non si tratta di un elemento puramente funzionale, ma di un vero tratto distintivo del prodotto. Ecco alcuni consigli utili per scegliere tra walk-in e soluzioni con apertura su uno o più lati.
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Configurazione e anta
Il punto di partenza nella progettazione del box è la configurazione, ad angolo o a nicchia.
Entrambe le soluzioni permettono di scegliere tra diverse tipologie d’entrata e richiedono un attento studio dello spazio a disposizione, che influirà sull’ampiezza d’entrata.
Un’apertura si considera agevole se raggiunge almeno i 50cm e facilitata se invece supera i 60cm. Cosa fare se lo spazio è ridotto? Per aperture da 40cm è consigliato orientarsi verso una configurazione ad angolo con apertura su entrambi i lati, così da facilitare l’ingresso.
Il box doccia con anta scorrevole
È molto utilizzato; non ha infatti problemi di ingombri esterni oppure di ostacoli nell’apertura.
È necessario però ricordare che l’anta scorrevole necessita di uno spazio maggiore rispetto ad altre tipologie di porta: un lato di 120cm permetterà infatti un’entrata di 53cm circa. Nel caso in cui non si abbia un’entrata così agevole, è consigliabile scegliere una configurazione ad angolo, con anta scorrevole su entrambi i lati.
Un ulteriore vantaggio dell’anta scorrevole è che non gocciola sul pavimento, rimanendo sempre fissa sui binari. Trattandosi di un meccanismo con profili richiede però una maggiore attenzione nella pulizia.
Nello scegliere questo tipo di apertura è sempre fondamentale dirigersi verso un prodotto di qualità, con specifiche caratteristiche. La presenza della chiusura assistita è un criterio qualitativo rilevante nella scelta: questo meccanismo funziona come un ammortizzatore, che rallenta la chiusura della porta nell’ultimo tratto.
Il box doccia con porta battente
Può essere scelto con anta unica o con due ante (anta a saloon). Può prevedere l’apertura verso l’esterno oppure sia all’interno che all’esterno: questa possibilità evita la dispersione d’acqua in fase di uscita, dopo l’utilizzo della doccia.
Nel caso del box doccia ad angolo è consigliabile scegliere una doppia apertura a battente, per usufruire di un’entrata più ampia.
Indipendentemente dalla configurazione della doccia, è sempre necessario valutare tutti i possibili ingombri nella stanza (come sanitari, termoarredi, mobili) e all’interno del box (come soffione o porta oggetti), che potrebbero impedire l’apertura completa dell’anta.
La qualità del battente può dipendere da vari fattori. La cerniera del box, ad esempio, in fase di apertura deve accompagnare il movimento sollevandosi in modo impercettibile: questo evita che l’anta possa graffiare il pavimento. Altro elemento indice di qualità è la cerniera filo vetro interno: questa soluzione tecnica garantisce una pulizia più facile dell’anta.
L’apertura pieghevole
È una soluzione salvaspazio: le ante, se richiuse, si ripiegano (come indica il nome) su sé stesse, riducendo l’ingombro. Anche in questo caso è necessario fare attenzione ad eventuali ostacoli.
A completare la progettazione dell’apertura c’è infine la scelta della presa (maniglia o pomolo): oltre che esteticamente piacevole, dev’essere ergonomica e garantire un’impugnatura agevole, anche con le mani bagnate. Questa scelta è ancora più importante nei bagni accessibili, tenendo conto delle esigenze di bambini o persone con ridotte funzionalità motorie o di disabilità sensoriali.
Minimale ed elegante: il box doccia walk-in
Il box doccia walk-in è una delle tipologie più di tendenza degli ultimi anni. La sua apertura non prevede alcuna porta e in alcuni casi la cabina doccia è composta da un’unica parete in vetro. Si tratta di un sistema elegante, ideale per stanze da bagno dal design minimalista e moderno. L’assenza delle ante rende inoltre questo box doccia particolarmente accessibile e molto pratico da pulire. Per evitare le fuoriuscite d’acqua sul pavimento, questa soluzione è consigliata in abbinamento a un piatto doccia lungo almeno 120/140cm.
BOX DOCCIA DI QUALITA' | CRISTALLO 6MM. e 8MM.
Il cristallo temperato è il prodotto di una particolare lavorazione del vetro. Consiste nel prendere una lastra di vetro, portarla ad una temperatura di 700 gradi e poi abbatterla repentinamente. Questo procedimento permette alle particelle di vetro di agglomerarsi in modo solido e tale da ridurre il pericolo di rotture e da innalzare nettamente la resistenza ad urti e shock termici.
Per lo stesso motivo, il cristallo temperato, in caso di rottura accidentale, non si rompe producendo pezzi taglienti ma si sbriciola, letteralmente, in granelli assolutamente innocui anche nel caso fossero calpestati o arrivassero addosso. Un materiale molto sicuro da tutti i punti di vista. Da qualche anno a questa parte, il cristallo temperato ha sostituito l’acrilico e il vetro normale anche nella produzione dei box doccia, proprio per motivi di sicurezza e per prevenzione in caso di incidente.
Esattamente come è impiegato nella fabbricazione dei finestrini delle auto che, se dovessero rompersi, non ferirebbero i presenti all’interno dell’abitacolo. L’idea di produrre cabine in questo materiale nasce perché il bagno e, soprattutto, la zona doccia, necessita di un’attenzione maggiore alla sicurezza. E’ un luogo scivoloso, dove si maneggiano oggetti con le mani bagnate e insaponate. Può succedere di perdere l’equilibrio o che qualcosa cada, quindi è importante che le pareti del box doccia siano il più resistenti possibile e in grado di sopportare traumi di lieve e media intensità. Per quanto riguarda la questione termica c’è da considerare che, soprattutto in inverno, quando ci si lava, nel bagno si raggiunge una temperatura molto calda e subito dopo, per far uscire vapore e condensa dalla stanza, si usa spalancare la finestra. L’escursione termica deve essere ben tollerata dalle vetrate della cabina doccia.
I PREGI DEI BOX DOCCIA IN CRISTALLO
Lo spessore del cristallo
Il mercato propone diverse millimetrature per quanto riguarda lo spessore delle ante in cristallo dei box doccia.
Le misure migliori da scegliere sono 6 e 8 mm. Un box doccia in cristallo da 8 mm di spessore assicura la massima performance per tutti i punti elencati prima e garantire il massimo livello di resistenza e sicurezza. La porta è quasi sempre proposta in versione scorrevole, sempre per garantire la facile e sicura apertura.
Lo spessore di 8 mm assicura anche un comodo scorrimento nel binario, non troppo sottile col rischio di non sigillare bene la cabina e quindi concedere fuoriscite d’acqua e non troppo spesso per incidere malamente sull’estetica o sulla praticità di scorrimento.
Le finitura del cristallo
Le ante di un box doccia in cristallo sono, appunto, costituite da lastre uniche di cristallo temperato, un tipo di vetro di elevatissima qualità. Il telaio, invece, può essere fatto in alluminio o acciaio inox, per donare un aspetto di materie in contrasto, anche minimale per ottenere un elegantissimo effetto box doccia di design. Esistono alcuni modelli di box doccia in cristallo che hanno disponibile la finitura in vetro satinato o stampato.
Scelta per chi preferisce più privacy quando si trova all’interno della cabina doccia. Altra motivazione per scegliere la finitura decorata è perché minimizza gli aloni e quindi non è necessario asciugarla ogni volta dopo l’utilizzo, per evitare antiestetiche macchie visibili in controluce.
Inoltre la scelta va fatta anche tenendo conto del proprio gusto personale e del contesto di arredamento del bagno, nel quale il box doccia deve inserirsi in modo armonioso e coerente, per valorizzare la propria bellezza come pezzo importante di arredamento ma anche quella del resto del mobilio. In un bagno estremamente minimalista e dal design moderno e tecnologico, un vetro satinato o decorato stonerebbe, mentre una soluzione totalmente trasparente riprende alla perfezione il concetto di eleganza essenziale e minimalista.
Al contrario, in un bagno arredato in modo classico, un vetro decorato, dall’aspetto più elaborato, è la scelta estetica più azzeccata.
TPA | UN’INNOVATIVA TECNOLOGIA PER LA PROTEZIONE DELLE SUPERFICI VETRATE
Il trattamento preventivo anticalcare consiste nell’applicazione di uno speciale polimero che riduce notevolmente l’adesione del calcare sulle pareti in cristallo. Il sistema “TPA” applicato ai vetri delle cabine doccia consente di facilitare le operazioni di pulizia e riduce l’aggressione dei residui calcarei e dello sporco in genere.
La durata del trattamento dipende dalla frequenza d’uso della cabina doccia e dalla relativa manutenzione che deve essere effettuata con dei prodotti adeguati.
Le caratteristiche chimico-fisiche dell’acqua e in particolare la durezza possono influenzare la normale durata del trattamento (4/5 anni).
Come pulire i vetri trattati con TPA
• Se possibile asciugare sempre la cabina doccia dopo l’uso.
• Utilizzare un panno morbido e bagnato per asportare i residui calcarei di sporco.
• L’utilizzo di una spatola tergivetro rende più comoda ed efficace l’operazione di asportazione delle residue gocce o velo d’acqua.
Come NON pulire i vetri trattati con TPA
• NON utilizzare prodotti in pasta o abrasivi.
• NON utilizzare candeggina, acetone, solventi vari o prodotti particolarmente acidi (tipo Viakal o sturalavandini).
TPA non elimina la pulizia del cristallo, ma la rende più facile.
Il vetro Float viene così chiamato dal nome del più diffuso procedimento di fabbricazione industriale del vetro, messo a punto da Sir Pilkington (Gran Bretagna) alla fine degli anni '50. Il nome Float viene dal verbo Inglese "to float" che significa "galleggiare" e deriva dal fatto che,ad un certo punto del processo, il nastro di vetro in formazione si trova a galleggiare su uno strato di stagno fuso (liquido): più del 90% del vetro prodotto a livello mondiale è ottenuto con metodo Float.
Il vetro Float è prodotto nella versione trasparente "normale" ed nella versione Extrachiaro, praticamente incolore e più costoso.
La tonalità di colore del vetro è data dalla presenza di sostanze minerali. Il float normale ha una leggera colorazione verdastra data dalla presenza di ossido di ferro.
Attraverso uno speciale procedimento è possibile eliminare il 90% di ossido e ottenere così il vetro extrachiaro.
Occorre precisare comunque che per produrre il vetro extrachiaro viene fatta già dall’origine una selezione della silice, ossia del componente basilare per la fabbricazione del vetro, scegliendo sabbie più chiare e pure.
Il vetro comunemente utilizzato per finestre, porte, tavoli, specchi … è il vetro Float “normale” che è prodotto in vari spessori.
Il vetro extrachiaro è un prodotto speciale che, se comparato con i prodotti float convenzionali, è sicuramente superiore in merito a l’aspetto estetico estremamente neutro, l’elevatissima trasmissione luminosa e l’eccezionale resa colore.
I vantaggi dell’extrachiaro rispetto ad un comune float sono:
Queste particolarità lo rendono idoneo per un’ampia gamma di applicazioni: l’extrachiaro è un supporto eccellente per realizzare box doccia con cura e attenzione ai particolari.
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